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15 dicembre 2007

Vademecum per aspiranti scrittori

Non apro il blog da giorni, scoprendo il vero valore delle "emozioni virtuali" nella nostalgia di leggervi. Ma la gioia della prima neve ad addobbare gli abeti e i grigi edifici dell'uomo, seppure con tre misere parole, dovevo condividerla e doveva portare in qualche modo la ricchezza delle cose oneste. Con emozione e la sensazione di spiare dal buco della serratura, mi limito a riscrivere la prima pagina di un libro: "Il Taro e altre storie" di Ettore Guatelli, del cui museo ho già avuto modo di parlare, Edizioni Diabasis, Coop consumatori nordest. Reperibile qui. Ettore era un uomo semplice (maestro elementare figlio e fratello di contadini) e allo stesso tempo un artista coi suoi dubbi di stile, la sua necessità di raccontare, la sua creatività in cui le parole si mischiavano a pezzi di legno, ossa di maiale, fil di ferro a creare un giocattolo. Ettore era un uomo che parlava con gli oggetti e batteva a macchina nel silenzio del suo casolare di campagna, visitato di giorno da persone di tutto il mondo, fino a tarda notte. Nella prima pagina ho potuto "rubare" una serie di consigli fondamentali per chiunque sentisse l'esigenza di narrare, non scritti con questo intento. In particolare per quella necessità di "essenzializzare", togliere il ridondante, l'aggettivo in più, quel qualcosa di narcisista che inseriamo solo nel tentativo di farci fare i complimenti per lo stile a discapito del cuore, dell'idea, dell'intuizione, dell'emozione. La necessità dell'appoggio di persone amiche che, con più facilità, si accorgono del troppo e, meno coinvolti, meno sofferenti, riescono a ghigliottinare una frase vissuta [Nell'epoca degli effetti speciali, questa aderenza al contenuto sopra la forma, è un rischioso e fortemente umano andare contro tendenza]. E lo scrittore, in quanto tale, deve ricordarsi che non bisogna credere che una volta scritto qualcosa di valido, automaticamente, da quel momento in poi ogni pisciata è buona.
Il resto del libro sono visi, parole, situazioni, pensieri, descrizioni raccolte lungo il fiume da chi aveva la giusta sensibilità per farlo. Sono persone vive fra corpi di carta e inchiostro.

Ozzano Taro, 28 Marzo 2000
Cari Eugenio e Maria,
sono le 23,30, forse di più. Da dove scrivo, non vedo l'orologio. Se riesco a farmi dare, domani, da Clemente, il vostro numero di casa, spedisco subito. Ci sono le ultime pagine delle scarpe e del Taro. Passatene una copia ad Ilaria, anche se so che la metterò in imbarazzo. Mi ha assicurato che, indipendentemente dall'uso del CD Rom, le leggerebbe volentieri. Ho appena passato di corsa, e solo per una correzione facile e superficiale, le 72 pagine. Se fossi in forze e avessi voglia, taglierei, "essenzializzerei", come ho fatto col libro, in cui però ho visto che ho lasciato qualche aggettivo o altro, a occupare spazio e rendere meno snella la frase. Se vedete che si può, togliete voi. Ma tirate via anche gli episodi meno vivi, di cui si può fare senza ai fini del racconto, che non può tenere attenti per così tante pagine. Ho scritto anche quando ero stanco, per togliermi dai piedi queste scarpe e questo Taro che avrebbero voluto essere fatti di miei ricordi e di poche altre testimonianze, e che han finito per diventare più documentazione anche di esperienze o di ricordi di altri, legati al fiume, che non narrazione. Ho cercato di telefonare, stasera, martedì, ma non c'era neanche la segreteria, da lasciare detto di chiamarmi, appena tornati. Non credo di essere a livello stilistico del libro, dove credo di aver raggiunto un certo equilibrio, tra forma e sostanza. Ce n'è voluto però a mettermelo in testa. Ci sono volute le rabbie di Cusatelli, e le prediche affettuosamente insistenti di Clemente. Adesso bisognerebbe che non mi persuadessi che ogni pisciata è buona.
Passate una copia del tutto a Clemente. A Ilaria credo interessino solo le cose che ho scritto sulle scarpe. Sto crollando. Vi ripeto la mia gratitudine, per quello che fate per me, e anche tutto il mio affetto. Grazie, anche se è una ripetizione.
Ettore

16 commenti:

Isabel Green ha detto...

sempre grandi emozioni ;)

Franca ha detto...

Visitare la sua casa-museo è stata un'emozione forte.
Il mio stile di scrittura io lo definisco "impiegatizio" per cui tutto può essere meno che ridondante o ripetitivo!

Gianfranco ha detto...

Dalle tue parole capisco che, quando inconsciamente ritengo che i contenuti rischino di essere di poco valore, di scarsa intensità o di fatua importanza, io per primo tento di disperdere nel testo decine di aggettivi, decine di avverbi... forse per questo non sono mai stato uno scrittore nel senso più sincero dell'espressione.

Questo commento poteva essere: dalle tue parole capisco che, quando ritengo che i contenuti rischino di non essere di valore, intensità o importanza, disperdo nel testo aggettivi e avverbi. Forse per questo non sono mai stato uno scrittore.

guccia ha detto...

Gianfranco la tua è tutto fuorché dispersione. A volte gli aggettivi rafforzano l'emozione senza la quale, Isabel, cosa vivremmo a fare?
Mammuzza la tua scrittura è precisa e forte e, anche se magari non lo credi, affatto priva di emozione.

Anonimo ha detto...

Mi piace sempre leggere i tuoi post, un abbraccio, Giulia

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Cosa posso aggiungere? I tuoi post sono narrazione bella e buona. Brava. Non sono né scrittore, né giornalista, mi ritengo un lettore e basta, quindi il giudizio conta quel che conta, ma a mio parere sei brava. Anche se è una ripetizione ;-)

Anonimo ha detto...

Lascio un sorriso ed un abbraccio.
Laura

guccia ha detto...

Grazie ragazze.
Ed mi imbarazzi, proprio perché per me il tuo giudizio conta molto. Sei sempre delizioso.
La tua capacità satirica mi stupisce e mi colpisce ogni volta.

Anonimo ha detto...

Sempre bello leggerti, e leggere i suggerimenti che semini sulle tue pagine.
:*

Lieve ha detto...

Quando parliamo di qualcosa che amiamo o cui teniamo o che ci emoziona chi ci ascolta lo capisce dal tono della nostra voce. Nel tuo caso queste cose sono evidenti anche quando scrivi perchè le trasmetti benissimo ^^

Chit ha detto...

Concordo con Ed (sarà l'età?!).
Non sono un esperto o chissà chi ma uno che sa riconoscere ancora e ringraziare coloro che con le loro parole riescono a giungere al cuore.
Un abbraccio e buona serata

Anonimo ha detto...

Bellissimo... Mi piace sempre passare di qui... grazie perchè tu passi sempre da noi. Costanza

Pepenero ha detto...

è davvero un piacere leggerti: potrei apprezzare anche un post sulla vita di Berlusconi se scritto con il tuo stile!

Carlotta ha detto...

E' vero leggere quel che scrivi è molto piacevole, ma ti prego risparmia Berlusconi che non mi manca...
Ciao
Carlotta

maurob ha detto...

Ma mi chiedo come mai mi piccia il tuo modo di scrive dalla prima riga all'ultima, anche quando parli di cose che in se non sono il mio interesse ...

riccardo gavioso ha detto...

ho dato un'occhiata a quello che scrivi, e devo farti i complimenti per come lo scrivi: la tua penna riescie a trasmettere emozioni, cosa ormai piuttosto rara.

un saluto