La luce imita o accarezza le curve della mandola stasera? Assaggio la tua lingua e vi scopro un ricordo di liquore fatto in casa. Erano mele cotogne, erano noci, erano prugnoli.
Si leva un canto di donna fra le farfalle notturne. Le unghie stringono sul cuore, perle e tacco su sillabe e note: dolcissima veglia. Il chitarrista le pizzica la trachea, consuma, col tatto, sacrificio di corde vocali. Ne esce un canto umido, uterino, dolore di parto. Urlo e sussurro. Trasparenza su fianchi, nero pizzo dei seni e fado. Fiore appassito, frutto violato.
Ti manifesti con un bacio lieve sull'orecchio eccitato da altre frequenze e soffi sul timpano: si accendono brividi in chiaro e scuro, ruvidità su una pelle ombreggiata di peluria. Contrasto: crepuscolo e bassa marea.
Poi il bambino schiaccia la farfalla e spezza il ramo. Ora, l'istante stesso in cui si spegne la voce.
23 agosto 2009
Tudo isto é fado
Pubblicato da guccia 5 commenti
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