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16 settembre 2009

Nuoro, Etnu 2009. Appunti a modo mio.

Come fosse un diario estemporaneo, dal quadernino a righe che ci ha regalato il Museo deleddiano di Nuoro, che il tempo per scrivere era poco e la voglia di vivere tanta. Svolazzi spontanei senza pretese, così come mi frullavano in mente per quel che sono riuscita ad acchiappare prima che il ricordo stingesse.

9 settembre 2009. Viaggio aereo Milano Linate - Olbia (il mio primo volo) Il naso spremuto sul finestrino.
La natura rifiuta i principi geometrici che appartengono, invece, all'edificare umano. Milano come un mosaico e l'anarchica costa sarda: specchio geografico di culture.
Nuvole come colossali macigni e strade e ponti della levità di un capello. Gli infiniti strati e i giochi di proiezione dell'ombra che appare come traslata, non rispetta il nostro asse. Abituati a considerarci il centro del mondo in volo siamo traditi.
Paesaggi massicci e in realtà inconsistenti, che al calore del sole oppongono bianchi glaciali. Nuvole che paiono poggiare sull'aria come la terra incrosta, simile a muffa secca, le acque del mare.
C'è un cielo d'orizzonte umano anche al di sopra delle nuvole.

10 settembre 2009: Primo incontro con Nuoro
Appena fuori da S.Maria della neve mi chiedo se qui la neve sia talmente improbabile da farne voti ai santi. Siedo immersa in un silenzio irreale, gioco a perdermi fra le vie di un anomalo centro storico. Due zingare percorrono il parco e uno stuolo di anziane ingobbite dal lavoro e dalla vecchiaia tirano a lucido il marmo e spolverano l'altare gridandosi accuse e improperi in un dialetto impenetrabile.
(allestiamo lo stand, arrivano gli amici, comincio a sentirmi a casa)

12 settembre 2009. Laboratorio "Dalla missione alla gestione del museo" a cura di Mario Turci (appunti)
Concetto di RESTITUZIONE.
Contrasto fra celebrazione e valorizzazione.
Efficacia come un insieme di forma e politica.
Gestione più missione.
La conservazione non è sufficiente: progetto sociale, efficacia e utilità pubblica.
Missione (azione) - politica (progetto) --> gestione
La missione deve sempre comprendere un atto di negoziazione col territorio.
Errata concezione di determinismo della forma --> la forma non determina la politica --> obsolescenza --> necrosi (Se la forma non è sostenuta da un contenuto congruo alla missione).
Per evitare la solitudine, l'autoreferenzialità al centro non porre l'oggetto, ma il visitatore.

L'emozione di veder riconosciuto un lavoro di ricerca video su biografie femminili sul tema del rapporto fra cottura e cultura a cui tengo più di me stessa. Osservare le mie donne prendere voce, raccontare la fame, la gola, il dolore, la vita intera svoltasi nell'ambiente della cucina con una semplicità e una forza inimitabili.

La morra sarda, la poesia campidanese, il cibo, l'accoglienza.
La tanta gente che passa e si emoziona a vedere la foto del Guatelli. Sente voglia di condividerne il racconto. L'inenarrabile valore. La promessa di una visita e un incontro.

13 settembre 2009. La mostra su De Andrè.
Criticare il concetto di maggioranza già nella stessa etimologia della parola: maiore: chi era titolare di privilegi ed esercitava l'autorità. Disvalore del disprezzo, dell'intolleranza.
Brividi e pelle d'oca condivisi. La stupenda installazione di studio azzurro. Il rapporto fra Liguria e Sardegna, fra la sua anima di poeta borghese e cantore del popolo. Seduti fra la polvere della moquette all'interno dei suoi sguardi. Stupire per il modo in cui spinge fuori il canto, quasi in ritardo, quasi a cercarlo in estreme profondità e all'ultimo aver bisogno di conservarlo, difenderlo, ritirarlo, respirarlo.
"Il trionfo della speranza sull'esperienza."

Il concerto di Piero Marras, la notte in bianco a desiderare di viverne ancora.
A teatro un connubio di stratificazione musicale popolare e cultura alta, contaminazioni ritmiche e linguistiche, incontro di rabbia e dolcezza, disperazione e speranza, anarchismo e regolamentazione, utopia. A infilarsi fra le note concretezza di sogni sognati, dolori e passioni travolgenti com'è travolgente la cultura sarda che si presenta così orgogliosa e radicata seppure così disponibile e aperta.
Qualche volta capita di desiderare d'abitare in un altro mondo per poi rendersi conto che si trova appena dietro l'angolo, giusto dove finiva il nostro sguardo corrotto, tramortito, imbalsamato.
La musica non smette di stupirmi di stupore profano. Le vedo le ali del musicista che si estendono a raccogliere il palco, a solleticare di piume i nasi della platea, a raggiungere il confine del suono ben oltre i confini fortificati dell'anima. La sento penetrare nei respiri e restare come memoria, l'unica possibile isola di senso.
Sento che il linguaggio del musicista è solitario, ma meno faticoso, meno ruvido o accidentato. Un liquido caldo, un liquido denso.

Ed è già ora di tornare, di salutare tristemente gli amici, di riempirsi di nuovo il cuore di speranze e progetti, quel tanto che basta per garantirsi ancora un po' di tempo da Vivere.

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