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28 giugno 2007

Un giorno qualunque in un posto speciale

E' proprio bello tornare nel paesino, anche se salire in collina non aiuta la bassa padana che è la mia pressione in questi giorni: 50 - 90 e il fiatone anche solo ad alzarsi dal letto. Un grazie grande alla meglio gioventù di Agugliano, ridente località in tipica edilizia del periodo della peggiore democrazia cristiana, ma incastonata in una zona che è una perla. Bella serata con loro e bella serata a Cingoli (o meglio Cinguli in provincia de Majerata) dove toccava quasi indossare il golfino, sul balcone delle Marche, mentre la pancia ringraziava per l'ottima grigliata (con la crescia) e le chiacchiere ad accompagnare un rosso tranquillo. Grazie anche allo scacciaspiriti che mia mamma ha deciso di attaccare all'albero in giardino, ogni folata di vento è un piccolo concerto simpatico e allegro. Tanti gufetti di terracotta e foglioline musicali. Poi quintali di prugne del nostro piccolo orticello, che è stato la felicità di tanti golosi anconetani (nonna in prima fila che si è tenuta anche la borsa di violacei frutti preparata per la sua gentile vicina!). Peccato solo che l'estate ci ha rubato il mare.
Giovedì, se tutto va bene, si parte ancora, non smetto di ringraziare il periodo propizio che ha fatto di ogni nuova stagione una meta diversa. Stavolta siamo certi di raggiungere, facendo il bis, Praga e poi Budapest e poi chissà. Proprio come una piccola carovana riempiamo i sedili posteriori di attrezzatura da campeggio e, piccola chiocchiolina infaticabile, maciniamo strada.
Non vedo l'ora di portarvi un cesto di parole disordinate e sensazioni impresse sulla carta stampata. Quest'anno niente mare tranne quello di casa, abbiamo scelto di inoltrarci nella terra finché potremo ricavare tempo, seguiremo l'odore del gulash e poi, a ritroso, torneremo a casa come se anche noi stessimo migrando spinti da quell'infausto destino che costringe le popolazioni nomadi a scappare sempre più a ovest.

22 giugno 2007

Se magna alla guccia's house


La torta merita un dettaglio! Grazie a voi!

18 giugno 2007

Mondo piccolo

Oggi ho qualcosa da raccontare.
Ieri ho attraversato la pianura padana, una pianura senza orizzonte, un orizzonte nascosto dalle distese di granturco, un granturco che dalle sponde dell'America ci è venuto a togliere l'orizzonte. Tutto è più grande in America, il grano, invece, non ruba agli occhi un pezzo di cielo. Ho comprato orecchini che suonano ai miei passi, e che forse hanno suonato ai passi di chissà chi altro, in un mercatino di cose vecchie intorno ad un castello con un fossato di acqua scura, mentre donne contrattavano sul prezzo. Mi sono lasciata catturare dalla strada inseguendo alcune note svanite di blues. Sono arrivata in un parco e alcuni anziani stavano giocando ad un vecchio gioco quasi del tutto dimenticato: alla morra. Tre! Cinque! Sette! Quattro! Battevano i pugni sul tavolo con mani forti di calli, si complimentavano e insultavano a vicenda. Vicino al monumento ai caduti della prima guerra mondiale (con aggiunta della seconda) c'era un piccolo ristorante giallo, ravioli in riduzione di Fortana, la vecchia, le crostate, il Rosso Conero: pallido riflesso di casa. Le due donne che lo gestivano erano scappate dalla città e si godevano quella campagna disturbata solo dal ronzio delle zanzare. Ci siamo arrampicati sull'argine del fiume, dove il Taro si getta nel Po, abbiamo visto appese le reti dei pescatori, vicino alla porta i loro stivali infangati di fatica.

E Maria è riuscita a comprarsi una cantina dove vivere, ci darà le chiavi, nel caso le succeda qualcosa. Nel fresco della sera, davanti a quella porta finalmente sua, ci ha regalato un pezzo della sua vita:
Dovevano andare dalla partoriente ma li avevano avvertiti che c'erano i fascisti nel paese attraversato dalla via che stavano percorrendo. I fascisti chiedevano i documenti. Si erano inerpicati per le colline ed erano riusciti a girarci intorno senza che nessuno se ne accorgesse, tranne qualche pastore. Erano arrivati alla casa al tramonto e Maria aveva visto le ombre allungarsi, la notte abbracciare le mura tremanti di freddo. Non c'era luna e, vicino alla donna, era appoggiato l'unico lume. Il padre aspettava nella stanza accanto, senza poter leggere né bestemmiare. Hanno bussato i militari. L'uomo, con l'unico lume, è andato ad aprire ai bersaglieri. Il bambino nel frattempo nasceva. Mentre i militari entravano nella luce, il bambino nasceva al buio.

Infine abbiamo scoperto una lapide a testimonianza, prima che la memoria cancelli il ricordo, della strage ad opera dei bombardamenti americani. Quel ronzio e quegli scoppi raramente distruggevano ponti, più spesso vite e case. E mai hanno distrutto binari a senso unico.

A presto, torno a vendere libri e giornali sotto un cielo nuvoloso mentre rondini cacciano nel vento appena sopra la pieve.

12 giugno 2007

Maria Cervi

Ieri, a Gattatico, è mancata all'affetto dei suoi cari e di noi tutti Maria Cervi, figlia di Antenore, bambina di nove anni che ha assistito all'orrore che ha stroncato il cuore di sua nonna e che le ha portato via per sempre il papà e i suoi sei zii.
Stiamo preparando un telegramma da inviare al museo Cervi, ente per il quale era attivissima, sempre pronta a tener viva la memoria e la battaglia. Fate altrettanto anche voi e facciamo sentire a chi faceva a tutti gli effetti parte della sua famiglia che la memoria resterà viva e che l'enorme lavoro di Maria, soprattutto coi giovani, nel museo e per la costituzione, non è stato inutile.
Vorrei poter esprimere a parole la gratitudine per questa donna coraggiosa e forte, ma anche dolce e potervi far sentire quanto sono sinceramente, profondamente commossa. Anche se sono ancora fiduciosa nel futuro, con lei ci è venuto a mancare qualcosa di immenso che ci sta scivolando silenziosamente fra le dita senza che quasi ce ne accorgiamo. Un triste evento che dovrebbe ricordarci il tesoro di cui generosamente ci fanno partecipi i nostri anziani, il doloroso ricordo che decidono di condividere con noi, la preziosa saggezza di cui sono portatori.

La notizia. Oggi la camera ardente, domani i funerali.

Museo fratelli Cervi
Via Fratelli Cervi 9, 42043 Gattatico (Reggio Emilia)
Tel 0522 678356
Fax 0522 477491

11 giugno 2007

A pieni polmoni.

Bene, dell'esame è rimasto solo il maldipancia. Scrittotuttoattaccato perché davvero stamattina il male e la mia pancia erano una cosa sola.
Respiro e faccio progetti. Mi aspettano un'intervista-statistica, due settimane in edicola, cene con amici, un altro esame, compiti delle vacanze delle elementari e delle superiori, un viaggio e poi la fabbrica, come tutte le stagioni del pomodoro (preoccupata comincio a veder passare camion targati Rodolfi Mansueto). Per affrontare, infine, l'ultimo anno da studentessa. Già mi sento il fiato sul collo dell'attimo limite, quello del peggior trapasso, ovvero il momento in cui (almeno si spera) inizierò a lavorare in modo serio. Senza nulla togliere alle ustioni da passata, i malefici tappi delle scatolette di metallo, la cernita dei pomodori marci come pure la cultura, o meglio l'amore per la cultura, che cerco di trasmettere ai miei bimbi o meno bimbi allievi. Incredibile sentirsi chiamare maestra in un attimo di confusione. Maestra io che ho tutto ancora davanti da imparare.
Unica impressione degna di questi giorni il ricordo delle note del concerto omaggio ai Pink Floyd (Segno sul taccuino: Non snobbare i Bermuda acoustic trio, perchè sono veramente ottimi interpreti), la prima sagra della stagione, quell'incredibile corista che ci ha avvolti (meravigliati, eccitati) con la sua voce, musica che vorrei mi avesse raggiunto adesso, mentre mi raccolgo in un attimo di pura intimità interiore.
Ho aperto il blog per gioco eppure ero dispiaciuta di non aver tempo per scrivere.
Volevo passare a salutarvi prima di buttarmi nel vento e andare a giocare una partita a carte immaginaria con gli anziani del bar, che spio dai vetri dell'edicola e saluto sempre volentieri. Magari mi verrà a trovare ancora la piccolissima nipotina del barista, Sara, come me, che mi ha tolto il primato di più bella ragazza del borgo, come mi ripete suo nonno ;)
Un bacio a tutti, vado a godermi il paese, con tutte le sue interessanti contraddizioni.

07 giugno 2007

X

Esamone in arrivo.

Né viva, né morta... decisamente X.

02 giugno 2007

Misticanza

Pioggia dolce e temperatura che è scesa ai 10 gradi. Cerco di consolarmi in questo nuovo ottobre che mi mette addosso voglia di coccole (vi faccio notare che ho scritto che ho voglia di coccole) e poesia. Entro nella nebbia in montagna, con due nuovi amici, vedo la luna oltre il grigio che illumina il cielo. Piccole goccioline scivolano sul tettuccio trasparente e le osservo aspettando di essere abbastanza in quota da far sì che la nuvola in cui siamo finiti si diradi e mi lasci intravedere le cime delle montagne che diventano appena una linea. Su queste montagne straniere c'è un posto che ti fa sentire a casa: un vecchio fienile riscaldato da una grande stufa di ghiaia. Mi riscopro carnivora e addento una fiorentina da 1kg e 600g, solo dopo aver assaggiato gli ultimi prugnoli di una stagione fungaiola infelice. Al vino si mischiano parole e musica a volume di cortesia. Un limoncello fatto in casa talmente buono da non crederlo possibile in questa terra dove i limoni sono solo una parvenza di agrumi. Una lepre coi suoi piccoli. Non piove più ma si sente che è solo un'attesa di nuovi acquazzoni come la mia attesa di un altro viaggio che comincia a tracciare una linea immaginaria su un atlante che ritrovo aperto al mio ritorno a casa. Ho riempito il cuore di umanità ancora per qualche giorno e le occhiaie sono sparite nonostante le poche ore di sogni.
Come si fa a non amare la pioggia?

Ho ricevuto dal mio dolce bibliofilo "Il mangialibri" di Klaas Huizing e un cofanetto straordinario con le poesie d'amore di Apollinaire. Mi ci tuffo abbandonando per un attimo i libri che viaggiano ogni giorno dal mio comodino alla mia borsa.

Avete tempo fino a Domenica per correre a Pennabilli, nelle Marche, da me!
Piove, è vero, ma io ve lo consiglio lo stesso e insieme ci metto l'"Adele H." di Truffaut che ho scoperto solo in questi giorni e di cui mi dispiace di non avere, ora, il tempo di parlare.

Ma google con quella bandierina d'Italia? E lo pagano il grafico? Comunque se a Roma è come da noi... oggi sfilano solo i lagunari!

Approfitto di questa bordata di nazionalismo per proseguire sui tortelli della suocera... Verdi di erbetta, bianchi di patate, rossi di zucca!
Un bacio e buon appetito!