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06 agosto 2007

Sergej Krylov, recital per violino solo.

Anche se non sono cose che si dimenticano con facilità voglio raccontarvi il mio incontro serale con la Musica.
Sabato sera mi chiamano mentre stavo facendo la danza della pioggia - sperando nel fango che blocca le macchine che raccolgono pomodori - dicendomi che la carenza di materia prima li ha obbligati a fermare lo stabilimento per un paio di giorni proprio in coincidenza con il week-end (che sfiga eh!). Non mi contengo e, dopo avergli urlato la mia felicità nella cornetta, corro in edicola e, con Gabriele, comincio a spulciare tutte le iniziative della provincia.
Sergej Krylov, uno dei maggiori violinisti del mondo, si esibisce nella splendida corte del castello di Torrechiara. Il programma: sonata n. 1 in Sol Minore di Bach; Sonata n. 3 "Ballade" in Re Minore di Ysaÿe; 12 Capricci per violino solo dall'Op. 1 di Paganini.

Arrivati nel borghetto sotto il castello, dopo esserci goduti un cucciolo vivacissimo che da solo è bastato a farmi provare un'immensa felicità, abbiamo mangiato sotto i portici della piazzetta centrale. Sulla parete erano ancora esposti i vecchi cartelli della drogheria chiusa da anni e una vite dai chicchi piccoli e gentili ricopriva completamente le mura. Dopo aver assaggiato deliziose tagliatelle spalla e carciofi e una punta che si scioglieva in bocca, ho rovesciato il limoncello sulla tovaglia. Un intenso profumo di limone si è levato riempiendomi le narici già inebriate da un paio di bicchieri di rosso fermo, dolce e fruttato.
Ci siamo arrampicati per il ripido borgo e ci siamo seduti al centro della corte. La luce illuminava le guglie della torre contro un cielo buio, quasi senza stelle. Le arcate delle finestre servivano da cornice a dei meravigliosi affreschi illuminati dall'interno. Tutto era volume, anche la solidità in acciaio della struttura del palco contro il muro grezzo.
Un pipistrello cercava di scappare dal cortile, dalla folla che si riversava composta sulle file di sedie in plastica, ma veniva confuso dal suo radar, che lo faceva credere bloccato dalle pareti, mentre sopra di lui c'era il cielo aperto.
L'artista russo è entrato e subito si è fatto silenzio. Lo vedevamo, raccolto, concentrarsi. Unico rumore quello di sporadici passaggi d'aerei. Io mi sono concentrata a mia volta sulla sua immagine e sul vento che accarezzava i miei piedi nudi, su un capello che mi solleticava la guancia e che non osavo spostare, per paura di turbare l'artista anche solo con un mio piccolo movimento. La sua figura era nera, il vento - che mi faceva sentire la consolazione della lana sulle mie spalle e il calore dei corpi vicini al mio - gli scuoteva i bordi inferiori della giacca. Il violino opaco e il suo braccio diventavano a poco a poco una cosa sola. L'archetto rifletteva, grazie alla luce, i suoi movimenti. L'incredibile colore opaco del legno faceva contrasto col rosa delicato delle sue mani.
Ha cominciato piano a suonare e io ho sentito la musica entrarmi nel corpo, fra mille vibrazioni, attraverso i fianchi. Alcune note le scuoteva via, nervoso, con una spallata, col gomito, prosecuzione del suo strumento, altre le accompagnava piano a morire di una morte lenta e momentanea, le soffocava e le riprendeva solo in seguito come fossero piccole fenici. Il tutto in un ballo frenetico e allo stesso tempo perfettamente melodioso. Non riuscivo a staccare gli occhi dalle sue dita veloci, il pensiero mi andava ad una donna al telaio, che tesseva fili spessi di materiale pesante. Mi scordavo e mi ricordavo di respirare.
Andante.
Veloce.
Agitato.
Uno scroscio di applausi e finalmente, appena accennato, il suo sorriso. Il suo sollievo e forse anche la gioia di ritrovarsi, per una volta, davanti ad una platea di persone qualunque che forse non hanno saputo apprezzare tutte le sfumature della sua incredibile arte, ma che si sono goduti appieno la sua musica, a riempire un posto tanto bello.
Di una serata incredibile come quella resta solo un tratto svolazzante d'inchiostro nero su un taccuino e la consapevolezza di aver vissuto quella giornata per qualcosa.

12 commenti:

Gianfranco ha detto...

Complimenti per la splendida serata! Suggerisco le composizioni per violino e chitarra sempre di Paganini eseguite da... uhm.. sarò più preciso più tardi forse...
Per quanto riguarda la cena, mi spiace ma ieri io e parte della mia splendida compagnia ti abbiamo surclassato. Menù del giorno:
- Misto di antipasti: Pepata di cozze, cozze gratinate, franceschini fritti, filetto di cernia gratinato, insalata di mare, carpaccio di spada e gamberetti e qualcosa che non ricordo.
- Primi: gnocchetti pesto e gamberetti, spaghetti ai frutti di mare, ravioli al sugo di crostacei.
- Secondo: braciolette di pesce spada, sublimi.
VIsto che abbiamo mangiato in maniera sublime e il trattamento è stato da amici, suggerisco "La cantina dei pescatori da Giovanni" in Santa Teresa Riva, provincia di Messina.. Buon appetito! :p

guccia ha detto...

Questo non è carino verso chi sta mangiando (alle 16:45) per cena una micca di pane raffermo nel caffè latte e fra dieci minuti deve correre in fabbrica!

Stai sicuro che passerò da Messina e terrò nell'agenda quel nome... così poi sarò io a farti invidia :P ;)

Unknown ha detto...

È bello per chi da tanto tempo dedica il suo tempo libero all'organizzazione di concerti per pura passione sapere che la serata che ha contribuito a realizzare ha donato emozioni vere a qualcuno.
Anche noi dopo il concerto abbiamo cenato sotto i portici della piazzetta di Torrechiara, con il M° Krylov a capotavola. Io ho preso salume misto e bomba di riso.

guccia ha detto...

Dino devo ringraziarti, perché con la vostra passione ci avete regalato una serata davvero unica, indimenticabile!

Buono il ristorante sotto i portici e a prezzi giusti! Spero di riuscire ad essere ai prossimi incontri, eravamo stati l'anno scorso alla serata con Boban Markovic (stupenda anche quella) e non sai quanto mi è dispiaciuto perdermi gli altri appuntamenti. Siamo molto affezionati al vostro festival, continuate così, siete fantastici, un'offerta di questo livello è davvero rara.

Glauco Silvestri ha detto...

Eh..eh.. serata musicale per entrambi :D

Chit ha detto...

Non conosco il soggetto ma la musica del violino è sempre molto coinvolgente, soprattutto in una cornice come quella di un castello.

lupakkio ha detto...

Ciao Sara.. non sai che bella sorpresa trovare iìun tuo messaggio nel mio blog.. sono anni che nn ci si vede.. e posso solamente dirti una cosa.. ti stimo tantissimo.. poi scrivi divinamente mi hai fatto davvero emozionare nel leggere questo post.. sembrava di essere lì. Grazie

Franca ha detto...

Un grazie alla stagione che produce pochi pomodori?

guccia ha detto...

Eh sì, per noi stagionali è una stagione fantastica ;P
Che poi non faccio in tempo ad esultare che già mi dispiaccio per i contadini :(
Comunque di sicuro ormai ho imparato quanto sia prezioso e quanto vada ben sfruttato il tempo libero. La vita non è vita senza queste serate, senza i viaggi, i libri, i film, la famiglia, gli amici... e ci sto anche volentieri a guadagnare meno ;)

Matteo grazie a te di essere passato e sappi che la stima è del tutto ricambiata! Mi troverai spesso fra le tue pagine. Un abbraccio, per ora solo virtuale.

Choppa ha detto...

Ehi ricordati della tua passione per la musica classica quando SARAI OBBLIGATA a presenziare al concertone di clavicembalo che chiuderà il concorso che sto organizzando...ti farò sapere, tu tieniti pronta con tutta la tua verve.

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good