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19 maggio 2008

Sarà l'odore di pioggia che contamina i miei pensieri

Ho visto un uomo morire e diventare cosa, ma non non ho sentito la differenza con i vivi, oggetti del sistema. Il suicidio è ad un livello intellettuale superiore alla sopravvivenza, è il rifiuto della legge naturale, la lotta di liberazione dalla tirannia di una falsa realtà temporanea. La proclamazione del non essere per scelta opposta al non essere per condanna divina.
Ho visto un uomo morire in treno e così proseguire il viaggio. Cavo dell'alta tensione: onde sulla panoramica quasi salata del tramonto.
Poi l'amore di Antinoo e Adriano.
I mie sentimenti, pur in primavera, non si svegliano ancora dal lungo letargo di Genova.

15 commenti:

Alzata con pugno ha detto...

Il suicidio è un argomento delicatissimo. Penso che ognuno debba essere libero di levarsi dai piedi, di levarsi dai piedi la propria vita, ma non di abbandonare, non di colpevolizzare. Ma di fronte ad una scelta simile chi può condannare chi?
Non so se sia una scelta intellettuale superiore alla sopravvivenza, o altre volte, se non insieme, una scelta codarda, paura immensa dell'affrontare la sopravvivenza, una resa.
L'uomo che muore in treno, me lo ricordo, ha continuato a viaggiare...non è una metafora bellissima?

Anonimo ha detto...

Ho visto una persona che si è tolta la vita guardare ancora il cielo come aspettando ancora di vedere qualcosa.. Giulia

valentina orsucci ha detto...

Non trovo nessuna cosa intelligente da dire. Ma di tacere non mi andava.

guccia ha detto...

Per un'atea come me è ancora più intensa quella metafora.

guccia ha detto...

Distinguevo fortemente vita e sopravvivenza

guccia ha detto...

Naturalmente ci sono altri modi di combattere la sopravvivenza, tutti degni di rispetto.

Adesso che mi vive in mente c'è qualcosa di simile in "Diceria dell'untore" di Bufalino. Uno dei tanti malati che sta aspettando la morte in sanatorio muore sulla sedia a dondolo e, con l'ultimo rantolo, imprime una spinta che perdura oltre la sua vita.

Vale ha detto...

Non potrei mai rinunciare alla speranza...

marina ha detto...

Per ragioni personali non posso dire niente.
Tranne che il suicida è la più sola delle persone.
marina

guccia ha detto...

Mi sa che la ventata di speranza che cercavo d'infondere con l'amore eterno di Antinoo passa troppo poco. Forse avrei dovuto mettere il filtro a questo pensiero.

Franca ha detto...

Il suicidio non è un rifiuto alla legge naturale, ma sempre una resa.
Una persona non deve perdersi mai...

Carlotta ha detto...

Mi domando se una perosna in un tentativo di suicidio venisse fermata..ci riproverebbe?
Come se fosse un momento soltanto, un carpe diem al contrario.
Va' beh e' uno sproloquio (si scrive cosi'?)...

Carlotta

P.S. bello il video

Alzata con pugno ha detto...

Si Carlotta, in molti ci riprovano fino a quano non ci riescono. Se qualcuno arriva a tentare di attuare (veramente, senza chiamare nessuno) a suidicarsi, vuol dire che ha perso ogni voglia di provarci ancora, di tentare, di vedere come va, se c'è una speranza. Non ha più voglia di vivere, nè tantomeno di sopravvivere, figuriamoci. Ma libertà, è anche libertà di suicidio. E questo è il mio più grande inno alla vita, non fraintendermi ;)

Anonimo ha detto...

Sarà l'odore di pioggia, o forse il pungente sentore di una morte scelta e quindi contagiosa. O forse, quello sguardo al cielo, che è un ultimo disperato tentativo di trovare un senso, trovare una risposta...
Ti abbraccio.
V

il Nikita ha detto...

a volte la verità di chi muore è più vera di quella di chi resta. te lo dico io che con i morti ci lavoro tutti i giorni.

ciao

Maurizio Maestri ha detto...

La caratteristica scelta di rifuggire alla vita è la speranza di trovare nella morte la pace o semplicemente il cessare di uno stato di apparenza. Sorvolare oltre l'aspetto sensoriale della nostra esistenza si deve solo se accompagnati da spalle larghe. In tutti gli altri casi lacrime bagneranno la terra dei nostri cari. Ti bacio. I pensieri sono notevoli. O solo voli di note.