Le luci del palco vestono la pelle; i movimenti del corpo non feriscono l'aria, ma i gesti si trasformano in parole - parole straniere che pretendono d'essere capite per comunanza - codificate dall'intera storia della cultura umana.
Il tempo stuprato dalla società contemporanea, attraverso il mimo e la temporalità costruita del cinema, acquisisce consapevolezza e inizia a respirare nel traffico.
D'improvviso è silenzio.
Il passo strisciato sulle assi di legno.
E poi, di nuovo, la voce umana. Una donna grida il suo tormento stratificato in secoli di canto. Col canto si avvicina l'aria alle labbra e beve, assetata.
Scattano gambe e mani in una corsa sfrenata a schiacciare fra le mani un'idea come un insetto. Si scambiano millenni di scrittura per un tratto di matita.
Esplode il gesto che libera il movimento, segno grafico di arti.
Una donna può cullare il vento mentre il figlio è concime per la terra.
Silenzio.
Una preghiera striscia e cammina.
Il solista danza sui tetti. La metropoli si sveglia.
Alba gelida: consapevolezza della vita sulla pelle.
Mangiarsi le cellule che rimangono fra i denti. Dipingere di luce e vernice rossa.
Applausi!
La guerra si toglie la maschera e fa un inchino.
Respiro. Buio. Respiro.
Dialogo fra silhouette di note, fra il vento e un crescendo di pensiero, fra ritmo e risacca, fra mani.
L'uomo nasce nella frattura dell'istante perfetto: nel difetto.
Un idiota. Un barcaiolo nuota nell'odore del tuo fiato.
La risacca con dita di sasso suona la battigia.
Luce nel mare, anche oggi non c'è tempesta.
In bilico al confine del palco, al confine della realtà. In equilibrio precario sul misticismo del silenzio. Colonizzazione del buio.
30 novembre 2008
Notturno appena illuminato: prima prova da taccuino per disordinate impressioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
Brividi...
Ciao Lara ho letto che sei "gattofila" scusa la mia curiosità ma cosa significa?????
Buona giornata carissima. .-))
Ogni volta mi sorprendi. Leggo i tuoi pensieri, rimango estasiato, guardo le parole nere sullo sfondo bianco, le contemplo, mi fanno riflettere, faccio un sospiro.
E non so cosa scrivere.
Le tue parole sembrano musica...
Scorrono come l'acqua, emettendo una melodia delicata e pulita :)
l'uomo nasce nel difetto...
mi hai piantato in testa questa frase e ora sento di doverci lavorare su
baci, marina
Secondo il mito, Eros è figlio di Poros e Penia, l'abbondanza e la privazione: la nostra vita è camminare sullo stretto sentiero che congiunge questi due opposti, in perenne ricerca di non cadere nè di qua nè di là.
Ciao, Giorgio
Guccia, sei meravigliosa.
Posta un commento