Ho sempre creduto che la linea retta fosse in qualche modo l'essenza della nostra umanità opposta alla pura natura e ho provato a descriverlo tramite racconti, aforismi, disegni.
Ho trovato qualcuno che lo ha fatto molto meglio di me, anche se mi sono dovuta accontentare di un esempio fra i tanti, interessantissimi, che il libro riporta.
Avrei dovuto scrivere anche del tronco di Ulivo, l'albero più storto che esista in natura, fatto raddrizzare da Ulisse per poterlo conficcare nell'occhio di Polifemo (che rappresenta il mondo pre-politico), ma l'idea di una linea tracciata lungo tutta la Francia mi sembrava ancora più affascinante.
[...] Come la prospettiva, l'immagine cartografica, che è il prodotto della proiezione, funziona soltanto perché immobilizza il soggetto della conoscenza. [...] Se il piede segue l'occhio e s'avvicina alla costa, la tangente non è più tale. Questo accade perché basta un solo passo e la costa, nel punto per cui passava l'immaginaria tangente, a differenza di prima non appare più diritta, perché in natura non esistono linee rette. [...] Però le linee diritte esistono sulla faccia della Terra, e sono proprio esse la prova che quest'ultima è la copia della carta. [...] L'anno stesso in cui Stenone scrive la sua dissertazione, in Francia l'abate Picard inizia la costruzione del meridiano di Parigi, per volere di Luigi XIV e su comando del ministro Colbert: da Dunquerke a Perpignano, dunque per tutta la lunghezza della Francia, viene tracciata sul terreno una gigantesca retta, per poter calcolare con precisione il raggio della sfera terrestre. L'opera, portata a termine nel 1720 da Giacomo Cassini, sarebbe bastata da sola, secondo Voltaire, a rendere eterno il secolo del Re Sole. Per la prima volta una linea dell'astratto reticolo geografico diventava materiale, la Terra veniva modellata secondo la forma del suo disegno, diveniva la copia della propria copia. E tale copia diventa il modello concreto della rettilinea organizzazione del territorio moderno.
Tratto da: Farinelli F. Geografia: un'introduzione ai modelli del mondo, Torino, Einaudi, 2003
6 commenti:
A volte faccio fatica a pensare che cavandoli sia morto. "La linea" è sempre stato più di un cartoon per me :)
Son sempre stato molto affascinato da questa animazione, perchè riusciva a trasmettere ogni cosa con una cosa semplicissima...
Macché egoista... la lotta contro una malattia che infastidisce tutti... far passare il raffreddore è un desiderio più che legittimo :)))
Eheheh la vespa mi avrà regalato un attimo felice per lo spirito ma ha abbattutto il corpo ;)
E' il mestiere più vecchio del mondo... no .. non parlo di quello.. ma del tentativo di raddrizzare, di portare tutto in forma lineare ciò che ci circonda.
La nostra vita, la nostra umanità è un arzigogolo continuo, è come un fil di ferro che per quanto cerchi di raddrizzare, tende alla curva in modo autonomo, indomabile.
E' tutta qui l'essenza, ed è tutto qui il bello della nostra vita.
Curvare, cambiare direzione, darsi una metà variabile e non statica.
Un fascio di luce sparato nello spazio tende a curvare per effetto dei pianeti, stelle, masse, proprio come noi tendiamo a cambiare ad ogni nuovo incontro.
Ogni entità con cui parliamo, scambiamo opinioni, di cui vediamo comportamenti accettati o meno dalla nostra scala valori, pseudo-normalità, diventa una variazione del nostro animo, del nostro pensiero.
PS: di lunedì mattina farmi pensare a tutto questo è scorretto, Guccia!
un abbraccio.
MatriceSparsa
Matricesparsa mi hai scritto che avresti avuto bisogno di pensare di più a come rispondere a questo post complicato. A me piace la tua risposta. Il post voleva solo essere un modo di buttare lì una cosa che mi aveva affascinato e che credo dia stimoli per la riflessione. Tu me ne hai dati a tua volta.
Grazie :* Abbraccio ricambiato!
Gloutchov e captain's charisma affascina molto anche me, è la dimostrazione che la semplicità può grandi cose :)
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