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07 maggio 2007

Il cinema non è immune dal tempo né dalla malattia.

Mai pensato all'aspetto materiale del film, alla pellicola cinematografica?
Affascinante questo paragone del declino di una pellicola al nitrato con la peste. Del corpo-cinema col corpo umano. Del restauratore cinematografico come medico, o forse, ancora, come stregone.
Da studiosa di cinema ed ex-proiezionista riporto (perché difficilmente si pensa al cinema in toto, ma più spesso solo all'atto del film proiettato sullo schermo):

Michele Canosa, Per una teoria del restauro cinematografico in Gian Piero Brunetta, Storia del cinema mondiale, Torino, Einaudi, vol. V

[Le Théâtre et la peste di Antonin Artaud]
...il corpo si ricopre di macchie rosse di cui l'ammalato s'accorge improvvisamente solo quando incominciano ad annerire. (...) Al centro di ogni macchia si formano punti più infuocati, intorno ai quali la pelle si solleva in vesciche, come bolle d'aria sotto l'epidermide di una lava, e queste bolle sono attorniate da cerchi, l'ultimo dei quali, come l'anello di Saturno intorno all'astro incandescente, indica il limite estremo di un bubbone.

[Rapporto della Fiaf redatto nel 1965 da Herbert Volkmann]
L'immagine argentata si decolora, diventa brunastra e appassisce. Le spire della pellicola cominciano a diventare molli e danno luogo alla formazione di una sostanza gelatinosa. Appaiono delle bolle e si sviluppa un odore pungente. L'intera pellicola comincia a coagularsi in un'unica massa compatta. Il supporto si disintegra in una polvere bruna e l'odore si fa acre. Quando la pellicola tocca uno dei suoi ultimi stadi diventa esplosiva e assai pericolosa, dunque dev'essere bruciata.

11 commenti:

Radiant ha detto...

Interessante aspetto, effettivamente ben poco considerato. Si pone del resto in parallelo con la questione del "libro-oggetto", che in quanto tale necessita di adatta conservazione.
Recentemente ho letto che c'è in programma la sostituzione dei proiettori a pellicola con quelli digitali, proprio con questo scopo; la fisicità della pellicola si perde, ma si cerca così di risolvere il problema cui tu accennavi. Si cerca.
Bella e azzeccata (e, come di consueto per l'autore, "crudele") la citazione del mitico Artaud... :)

guccia ha detto...

Sì, c'è tutto l'interessantissimo discorso sull'originale, la matrice e la riproducibilità del mezzo, scomodando Benjamin.
Il digitale sta raggiungendo la qualità della pellicola e potenzialmente potrà superarla. Io, però, sono di quei nostalgici che tifano contro :P

guccia ha detto...

Comunque le cineteche si sono mosse tardissimo... e si è perso tantissimo. Ancora oggi la maggior parte non sono adeguate per la conservazione del nitrato, pericolosissimo. Conosci quel mitico personaggio che è Matuszewski?
Già la filologia mi affascina... poi qui siamo nel campo della filologia del cinema...

Marco Dale ha detto...

Incredibile!!!!

Anonimo ha detto...

Io invece sto studiando malvolentieri questo esame... Ma pure tu lo fai il 16?

guccia ha detto...

Anch'io provo a darlo il 16. Ho solo una settimana per studiarlo, vediamo un pò.
(P.S.: gira voce che il prof permetta di dare l'esame anche a ricevimento, ma non ti so ancora confermare se è vero).
Probabilmente ci si vede lì ;)

Anonimo ha detto...

A volte vado a vedermi qualche proiezione di pellicole restaurate dalla cineteca di Bologna... è sempre un'esperienza incredibile, pensare agl'anni che hanno quelle pellicole :D

guccia ha detto...

Sì, gloutchov, davvero per niente banale. Affascinante ogni difetto. E pensa quanto lavoro, di filologia e di restauro, c'è dietro!
P.S.: seguo il tuo progetto ma non oso sporcarlo, secondo me è più bella l'immagine di destra, però aspetto le altre proposte perché non mi convince del tutto.

Gianfranco ha detto...

L'anima delle cose, la vita di ciò che chiamiamo oggetti. E quanto di vivo c'è in quella che ci sembra materia inerte, quanto è in grado di comunicare e di sconvolgere la stessa materia. Quanto siamo capaci di trasfonderci negli oggetti, in quella materia che crediamo priva di vita. Quanto di noi c'è in ciò di cui amiamo circondarci: probabilmente più di quanto sia in noi stessi...

guccia ha detto...

Affascinante animismo che ci accompagna fin dalle origini dell'umanità e... ci rende un pò più umani.

maurob ha detto...

Si in effetti è un modo di vedere il cinema in un modo diverso ...
Certohe il cinema ha talmente sfaccettature che è difficile percepirle tutte ... ma rimane un mondo fantastico anche per questo ...