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19 settembre 2007

Piccola storia ignobile dell'uomo che si trasformò in formica

Ogni riferimento a cose o persone reali è assolutamente voluto

Non ricordava più il momento in cui si era trasformato in un insetto blu. Una specie affatto rara. All'inizio la trasformazione era stata graduale. Il sole lo scopriva blu al mattino e tornava ad essere uomo la sera. Poi, il formichiere aveva minacciato di distruggere il formicaio, così blu lo era rimasto per sempre. Da otto ore al giorno si era passati gradualmente a dieci, fino ad arrivare a dodici, e il sole non lo vedeva uomo più per niente, al punto che la luna era riuscita a convincerlo che la trasformazione completa, ormai, era inevitabile. Al blu dei suoi vestiti d'insetto s'aggiunse il giallo delle macchine che aiutavano le sue azioni ad essere più produttive. Come una formica ormai sollevava trenta volte il suo peso. Portava tanta roba adesso che era blu e giallo, che il sacrificio di altre formiche schiacciate dalla sua macchina pesante si era reso necessario, a parere del formichiere e quindi di lui stesso. Aveva cominciato persino a ragionare come una formica. Sporco e stupido guardava le cose senza capirle: guardava l'enorme vecchia caldaia ad olio combustibile che dava energia al formicaio e vedeva affascinato quella polvere marrone appoggiarsi sulle sue spalle come neve arrugginita. Sapeva che la cattiva stagione aveva reso necessario agire con la chimica sul prodotto avariato: 25 kg di acido in due ore. Un'altra conferma del fatto che il formichiere aveva sempre ragione: il pH del prodotto era tornato perfetto, i suoi polmoni non erano ancora ammalati di cancro, la formica che aveva investito si era salvata, il formicaio non faceva che allargarsi. La stanchezza delle dodici ore non segnate a libretto lo aveva fatto diventare rabbioso con le altre formiche - rosse e bianche - più piccole, vedeva sua moglie solo mentre dormiva (infatti la schiena a colpi di vibrazioni del carrello ormai lo teneva insonne), non sapeva cosa fosse un libro né un film, tantomeno il mare, ma il lavoro su turni faceva sì che il formicaio fosse il più grande e produttivo della zona, a prova di sconvolgimenti. E la formica blu, anche quando formichieri ancora più grandi decisero per tutti gli insetti contratti a tempo determinato, co.co.co anche per i non gallinacei, stipendi trattenuti del 30% dalle agenzie interinali, pensioni private, licenziamento in caso di malattia, la formica blu, ormai stanca, continuava a credere nella forza della necessità...

Continua?

18 commenti:

Franca ha detto...

Blu come "tuta blu"?

Chit ha detto...

Spero per te non troppo (se non ho capito male)... :-S

Forza e coraggio,
un abbraccio

lupakkio ha detto...

meraviglia.. le tue parole mi fanno sempre emozionare..

guccia ha detto...

Blu come tuta blu. Giallo come i carrelli dei carrellisti.

Per "continua?" intendevo: e tutto questo per quanto ancora continuerà? Quando la classe operaia si renderà conto di essersi trasformata in un insetto sfruttato da una bestia?

Ognuna della cose traumatiche che ho scritto sono quelle che sto vivendo personalmente in questi due mesi. Continua non era riferito a me... io so che fra qualche giorno smetterò questo incubo ma gli operai quando se ne renderanno conto? Quando capiranno di essere sfruttati e finirà questa guerra fra poveri che è la fabbrica? Quando ricominceranno ad unirsi,a ragionare e si opporranno a queste logiche sfruttatrici incredibili, all'insicurezza, al non rispetto delle più elementari regole di sicurezza e di orari di lavoro?

Quella caldaia avrebbe dovuto essere sostituita DECENNI fa, gli infortuni (e le morti) sono all'ordine del giorno, gli acidi che mettono nel pomodoro fanno male a noi, le minacce per costringere le persone a fare dodici ore al giorno devono finire!

Marco Dale ha detto...

Dio santo che Racconto,ho rivisto la "mia" fabbrica,persone che non sanno più cosa vuol dire vivere,lottare,sognare e amare!
C'è chi è costretto perchè minacciato da contratti a tempo determinato e quindi i capi tirano fuori sempre la stessa frase "Se vuoi che il tuo contratto venga rinnovato...." e c'è chi non si sazia mai e vuole sempre più soldi,straordinari su straordinari,nonostante la maggior parte di queste persone hanno terreni agricoli che gli fruttano migliaia di euro al mese!
Ma come ha detto un mio collega napoletano "Questa gente non si sazia nemmeno della terra del campo santo!!!" (detto napoletano).
Queste sono le realtà che viviamo nelle fabbriche italiane!
Complimenti Guccia,il tuo racconto è bellissimo!!!!
La classe operaia non si renderà mai conto di essere ridotta ad uno straccio,hanno perso la dignità e le palle per dire NO!

spina ha detto...

Sei sempre molto coinvolgente in tutto ciò che scrivi...
Fortunatamente esistiamo!!!!

Glauco Silvestri ha detto...

Dovresti chiedere ai sindacati che "caspiterina" stanno combinando!!
Ho la fortuna di lavorare in un posto illuminato, rispetto a ciò che vivi tu (anche se non sono rose e fiori) ma, conosco tante persone che vivono come formiche e che sono sfruttate alla stregua di animali. Mi chiedo allora quali battaglie stanno combattendo coloro che dovrebbero tutelarci. Perché i contratti tardano ad essere firmati, perché gli stipendi non sono allineati al fabbisogno delle famiglie, perché hanno permesso la nascita dei co.co.co e/o co.co.pro così come sono stati concepiti dai politici... soprattutto perché ci sono lavoratori di serie A e lavoratori di serie Z. Poi mi guardo in giro e vedo i grandi nomi dei sindacati di quando ero "studente" e, dove li vedo? Tutti in politica. Chi come sindaco di una città (a caso!!), chi al governo... e mi chiedo, ancora, ma siamo proprio sicuri che i sindacati di oggi lottino per il mondo operaio? Non è che lottano per loro stessi e per conquistare una poltroncina in più nel mondo della politica? In fondo, da anni si parla di ridurre le poltrone al governo ma, ad ogni elezione, se ne conta sempre una decina in più!

Scusa lo sfogo. Cambia posto di lavoro, non rimanere in un luogo che un giorno ti farà rimpiangere la tua salute. Sarai sfruttata comunque, ma forse non dovrai penare per ciò che respiri :*

guccia ha detto...

Ho voluto provare la fabbrica. Non ero obbligata, non ne avevo stretta necessità economica. Ma ho scoperto che l'immagine che avevo dell'operaio era assolutamente romantica. I sindacati sono i primi responsabili di questo degrado, certo, ma se nessuno glielo chiede di far qualcosa loro si accontentano di avere qull'1% della busta per niente.

Più che cambiare lavoro, direi che per ora basta. Ho intenzione di dedicarmi interamente al mio ultimo anno di laurea specialistica. Per un anno concedermi il meraviglioso lusso di studiare e basta.

guccia ha detto...

Grazie spina, marco, lupakkio.

Marco l'ho imparato a mie spese quello che dici e per molto tempo non volevo crederci. E'assolutamente così.

Finazio ha detto...

In effetti ogni riferimento è chiaramente voluto. Complimenti!

maurob ha detto...

La classe operaia non esiste più ...
Purtroppo alcuni la pensano così ma non è così, esistono eccome e sono importanti e da considerare sempre e comunque ...

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Ma cribbio..siamo nel 2007 e mi tocca leggere che i sindacati sono i primi responsabili. Ma allora a che santo bisogna votarsi?!
Comunque tu sei un angelo e se te l'avevo già detto è lo stesso.

Choppa ha detto...

Sindacato? Cosa significa? Ah sì, sono quelli che si mettono d'accordo coi datori di lavoro per prendere dei soldi dai loro dipendenti fingendo di tutelarli, vero?
Allora ho capito, sono loro.
Credo.

Anonimo ha detto...

grazie Guccia,
ogni volta che scrivi lasci un segno che riesce a far riflettere anche una povera pensionata, ciao
agnese

Anonimo ha detto...

Brava brava davvero...un bellissimo modo di scrivere una metafora toccante...sigh!

guccia ha detto...

Agnese tu sei tutto tranne che una povera pensionata!

Grazie a tutti e speriamo che parlarne in fabbrica sia servito a qualcosa anche se francamente non credo...

Anonimo ha detto...

Post grandioso!!!

Anonimo ha detto...

No! Non continuare, sono appena tornato a casa dopo un lungo periodo di assenza per motivi di lavoro, e dopo circa 18 ore di sonno profondo mi sveglio e corro a visionare il tuo ultimo post; mi addolora apprendere quanto traumatizzante sia stata questa tua esperienza lavorativa, ma da brava e sensibile artista, quale sei, riesci a scrivere una pagina bella e coinvolgente, che commuove e ci rende partecipi della tua amarezza.
Riguardo la situazione in cui versa la classe operaia non credo vi sia nulla da aggiungere ai commenti di chi mi ha preceduto.
Non posso che essere d'accordo con l'analisi di Gloutchov e il simpatico e pungente commento di Choppa.
Un abbraccio affettuoso per Te e Gabriele.