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12 settembre 2007

Sfiorando il festival della letteratura di Mantova

Sono ancora poco fra queste pagine virtuali perché ho fatto del male a me stessa firmando una proroga al contratto. Quest'anno, più ancora dell'anno scorso, ormai a due, tre settimane dalla fine, mi prende maggiormente un enorme sconforto per quello che ho visto, per quello che sto vivendo. Ma questo discorso lo farò a tempo debito, per ora tengo duro e curo le mie tante ferite, fisiche e psicologiche, da lavoro a tempo determinato in fabbrica. Inoltre ho il cuore pieno di dolore e rabbia per l'11 Settembre: quello del 1973. Per quello del 2001, invece, ho visto tanta ipocrisia e disumanità nella faccia contrita di Bush, responsabile di quelle morti.
Nel cambio di stabilimento sono riuscita a ritagliarmi un paio di giorni insperati e a fare un salto a Mantova, al festival della letteratura.
Mantova ti colpisce appena la vedi oltre il ponte: il castello, la cupola della basilica, tutto il profilo della città vecchia abbracciata dai tre laghi in cui riflessi violacei fanno contrasto col verde brillante delle ninfee. Sul lungo-laghi qualche carrozzina, ragazzi che fanno footing, tante biciclette, un piccolo bar dove persone tranquille si godono bicchieri di vino freddo chiacchierando come fosse un giorno qualsiasi, quasi non ci fosse la tipica ressa da festival.
Poi il centro storico e un mare di gente fra il marrone mattone di Palazzo Ducale e il grigio dell'acciottolato su cui una donna con alti tacchi rossi non riusciva a camminare; magliette da turisti a sporcare di colore la bianca facciata della Basilica di Sant'Andrea. Le mie gambe stanche e la mia voglia di camminare, ascoltare.
L'ingresso ottenuto quasi per miracolo al piccolo teatro Bibiena: un teatro all'italiana con una strana pianta a campana, illuminato da fioche lampade che lasciavano il tutto semibuio; chiacchiere eccitate fra affreschi solo intravisti. Le persone che tendevano il collo oltre i palchetti all'ingresso di Luca Scarlini, alle sue spalle l'immagine bambina di Radclyffe Hall: il visino già contrito. Poi la vita della scrittrice inglese omosessuale come fosse uno spettacolo, fra parole, musica, teatro, storia, la storia della violenza subita dalle donne per ottenere i loro diritti, il duro braccio di ferro fra le suffragette e il governo inglese, gli scioperi della fame, il bisogno di libertà di Radclyffe e la sua messa all'indice da parte del suo stesso popolo. Uno spettacolo per la letteratura e contro l'ipocrisia, il moralismo borghese.
"E se foste voi l'unico uomo nel paese delle suffragette, allora sì che sarebbero cazzi!"
Il sole che si nasconde dietro il profilo cittadino e sfuma i colori dei laghi, accende piccoli fanali a dinamo, insinua nella nostra coscienza che è ormai ora di tornare.
Niente autostrada, quasi a illuderci che la giornata non sia ancora finita e il Bricco dell'Uccellone a bagnare una cena in un piccolo paesino sul Taro, quasi Po, vicino Colorno, con la campagna che ci strappa nuovamente alla città e il buio che ci ricorda che domani inizia un'altra settimana di lavoro, consigliandoci di respirare le ultime ore di vita di una domenica: aria fresca oltre il torrido caldo umido di una fabbrica di pomodori.

11 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Mantova è spettacolare... :)

Radiant ha detto...

Un mio amico mi aveva proposto di fare un giro al festival della letteratura, ma col lavoro sono stato abbastanza impegnato (concerti da seguire per il giornale... per cui è andata benone! :D ). Sarà per la prossima volta! :)

Franca ha detto...

Bella città, bella manifestazione e poi (come sempre) finisce che "se va a magnà"

Mimmo ha detto...

che magnifica descrizione.
Vien voglia di visitarla subito! ;)

Isabel Green ha detto...

ci devo venire l'anno prossimo!giuro!

Anonimo ha detto...

Ancora uno stupendo racconto, parole che descrivono ciò che che hai visto meglio ancora di quanto ha potuto fare l'obiettivo della tua fotocamera, sapientemente manovrata, con le belle immagini che ha catturato; ed inoltre...una ventata di sano e sincero anticonformismo.
Ancora una volta....Brava!
Con sincera amicizia....
Gianni.

Chit ha detto...

Caspiterina, allora vuol dire che devo inserire anche Mantova tra le prossime "mete" delle città da visitare. Grazie per la dritta e per il lavoro che dire... TIENI DURO è l'unica cosa che posso consigliarti. Anch'io da neo-diplomato (convinto di "spaccare" il mondo) sono andato a raccogliere cozze (mitili). Ma mi è servito per valorizzare poi mansioni e lavori che ho fatto dopo.

Gianfranco ha detto...

Ci sono stato in gita, alle medie :) ovvimaente non ricordo nulla. Aggiungo alla lista, sperando un giorno di potermi riconciliare con il tempo... :)

guccia ha detto...

E domenica prossima, turni permettendo, il festival della filosofia a Modena, quello sono anni che non ce ne perdiamo un'edizione ;)

Anonimo ha detto...

scusa la pochezza dei miei commenti, ma rispecchiano bene il mio stato d'animo.

Mia Wells ha detto...

I enjoyed reading your blog, thanks.