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31 gennaio 2009

Il tempo del racconto

Dov'è finito il mio tempo del racconto?
Fra un'inquadratura spiata in un cinema d'essay di Pordenone o nel sogno di condividere una passione fino a non dormirci la notte. Fra pagine di tesi, la mia, e pagine di tesi, quelle degli altri. Il senso di impreparazione culturale mi coglie più forte quando meno me l'aspetto e mi pietrifica l'intestino fino a bloccarmi, a tradimento, il respiro. Guardo la mia bella professoressa, dal viso d'attrice francese, l'ascolto ascoltarmi e poi sussurrarmi parole che rallentano i tempi della tensione. Mentre l'osservavo salire sul treno e sparire all'interno della carrozza, speravo intensamente solo di aver la possibilità di imparare ancora da lei.
E l'alba della domenica, che prima era furia di libertà, si leva ogni settimana come il momento del riposo fisico e mentale. Vorrei venire a incontrarvi, riposarmi nelle nostre case virtuali, appoggiarmi su una vostra frase e veder sfilare i vostri testi fino alla fine senza l'ansia dei troppi appuntamenti.
Intervisto anziane donne in questi giorni. Attraverso il sapere delle loro mani gesticolano storie talmente dense da annientarmi per vari giorni. Al montaggio di questi video mi si svela il senso stesso dell'essere donna, pazzia di fotogrammi mi fa credere che si possa salvare ancora qualcosa.
A teatro sono morta con Elisabetta Pozzi per tutto il tempo di Max Gericke e il sorriso dell'attrice che recupera il suo corpo è stato anche la mia dolorosa resurrezione.

12 commenti:

Franca ha detto...

"...Intervisto anziane donne in questi giorni...

Immagino quanto dolore e quanto sapere nelle loro storie...

marina ha detto...

anziane donne, pozzo di verità dolorose

a piccole dosi, sara, insisto: a piccole dosi
ti abbraccio, marina

Gianfranco ha detto...

Sembra proprio un bel periodo... son contento per te...

zefirina ha detto...

oh ma allora devi intervistare anche me
;-)

(solo per strapparti un sorriso)

hei sono astinenza dai tuoi racconti, non vedo l'ora di leggerti ancora

Anonimo ha detto...

studia figliola

Colin M. ha detto...

si scrive "essai", non "essay".

Anonimo ha detto...

Le interviste alle persone soprattuto se anziane sono ricchezza... un bel lavoro, una bella esperienza che non si dimentica. Giulia

Anonimo ha detto...

avessi un sogno
avessi una scatola piena di sogni
avessi un gelato sanguinante
avessi un fucile lo butterei
avessi una parola userei solo quella
avessi un sorriso lo donerei a chi mi odia
a chi non perdona
avessi un sogno

dedicato a chi non perdona mai

Chit ha detto...

Gli anziani sono spesso la vera ricchezza dimenticata delle nostre vite.

My Funny Valentine ha detto...

Il tempo del racconto è tutto qui, in quel che scrivi e in quel che respiri.
E' bello respirare assieme a te, leggendoti.
V

Marco Dale ha detto...

Cosa darei per poter ascoltare ancora i racconti dei miei nonni!
Gli anziani(quelli che hanno vissuto la guerra)sono la biblioteca del mondo!
Un abbraccio!

Debbi ha detto...

Sara ma non scrivi più?
Non trovi il tempo?
Mi manca un sacco leggere i tuoi racconti..
Un bacioneee!

Ps.quando ritorni quaggiù ad Ancona? :)