Scrivo questo post fra un miscuglio di emozioni che spaziano dal dolore all'odio. Mi sento persino colpevole: colpevole di aver desiderato tanto l'inverno. Io, che a volte accendo il termosifone in solaio per non far gelare le mutande.
Rivado col pensiero al periodo in cui ho conosciuto una ragazza straordinaria, talmente colma di vita da doverne per forza regalare un pò agli altri.
Nicoletta è una ragazza di Roma, di origine marchigiana. Anni fa si è improvvisata a titolo volontario mediatrice culturale del campo nomadi di Saxa Rubra ottenendo non solo grandi risultati, ma soprattutto amicizia reciproca. Ha lavorato nelle scuole per favorire l'integrazione degli stranieri e mi raccontava cosa è riuscita a fare con l'hennè, per rendere possibile l'inserimento di una ragazzina musulmana. Grazie ai suoi studi d'avvocato ha seguito gratuitamente cause per persone sfruttate, portate a lavorare in Italia e poi tenute come schiavi. Si occupa anche della gente dell'est che arriva in Italia, il paese delle pubblicità del mulino bianco, in cerca di una vita migliore, di un lavoro per sfamare i propri figli, aprirgli la strada per una nuova vita e invece finisce sulle rive del Tevere, nelle baracche di cartone. Ai tempi del rischio d'alluvione ha assistito centinaia di persone sistemate momentaneamente nei tunnel della metropolitana, si occupa di trovare indumenti e medicine per questa gente. Le medicine le tiene a casa sua ed è pronta a partire anche solo per un raffreddore, infatti, a differenza degli abiti, del cibo, le tiene lei per paura che la necessità porti i disperati che assiste a venderle.
Nicoletta è tanto buona, ma si arrabbia spesso e la sua voce rimane sempre inascoltata.
Ad ogni occasione elettorale, infatti, il tanto amato Veltroni, segretario del partito che non c'è, che niente ha in comune con la famosa isola, dice ai suoi vigili-sicari di sgomberare il lungo fiume, il che significa che tali signori cacciano queste persone già al limite della miseria distruggendone i rifugi di fortuna, limitandosi a spostare il problema da un posto all'altro della città e poi ricominciando ad ignorare la situazione.
Questi sgomberi annullano tutto il lavoro di Nicoletta, ma non solo.
Mentre Roma era tutta lustrini per la festa del cinema, due ragazzi (rom rumeni), lei diciassettenne, lui poco più grande, hanno perso il piccolo Francesco, loro figlio di due mesi appena, che non ce l'ha fatta, è morto di freddo.
Dopo la rabbia di Nicoletta viene il mio odio. L'odio per questa politica che è il trionfo della mediocrità, dell'indifferenza, dell'opportunismo. Una politica del conteggio che accetta le richieste di una società malata d'egoismo e si scaglia contro i lavavetri, le prostitute, gli extracomunitari, gli zingari perché è questo che rende popolari. L'odio verso questa assurda richiesta di sicurezza a tutti i costi di stampo prettamente fascista, di contenuti nulli, tranne l'opportunismo.
Una società di finti onesti contribuenti che pretendono che le loro tasse vengano utilizzate solo per loro e per fare pulizia.
Francesco è morto di freddo, neanche fossimo già diventati l'America dove chi non ha non vive, ma tanto è già storia passata, come è già sbiadito ricordo e presunta medaglia la storia di Dragan, bosniaco, padre di due figli, che è morto per salvare due figli di italiani che non hanno neanche ringraziato i suoi parenti, non hanno neanche aspettato di trovarne il cadavere.
Ma a noi interessano di più le storie giornalistiche di rumeni cattivi e zingari ladri, gli stessi che facciamo vivere sulle discariche e che lasciamo morire di freddo senza neanche una parola. Ci piace disprezzare gli extracomunitari che si schiantano la schiena, in nero, nelle nostre fabbriche. A noi interessano di più le primarie, per far vedere quanto siamo democratici e che grande consenso riusciamo ad ottenere stando un pò di qua e un pò di là anche a costo di affossare l'Italia economicamente, umanamente e culturalmente per non dover prendersi il rischio di scegliere, non dover cambiare, non dover dare quello a cui spetta di diritto a tutti, contribuenti e non, regolari e irregolari.
23 ottobre 2007
Quando un bimbo muore di freddo, in Italia.
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22 commenti:
Sì, siamo America. Del resto WV non aveva Kennedy come modello?
Sinceramente... non vedo soluzioni. La politica è una serie infinita di compromessi e di scelte difficili. Per di più, la classe politica italiana non è certamente famosa per essere decisionista. L'Italia non va avanti, non va indietro, non sta nemmeno ferma... viene risucchiata da un gorgo sempre più vorace che ci porta, prima a toccare il fondo, poi, probabilmente, a scavare! :/
Io le soluzioni le vedo, invece, e sono anche state a più voci (sabato ben 1.000.000 [ed no, non riconto :P]) proposte.
'Sto post ha fatto arrabbiare pure me
La politica dovrebbe dare una sola risposta: solidarietà.
Invece ha scelto di darne un'altra: sicurezza.
La sinistra che rincorre la destra: che tristezza! Anzi di più: che rabbia!
Ci devono essere altre soluzioni. Forse quelle di sabato sono una possibilità. Speriamo in bene, per tutti noi.
Sara, saresti un'editorialista perfetta, ma chi pubblicherebbe le tue idee? Ci vogliono pure chiudere i blog...
L'Italia è proprio il Paese delle pubblicità del Mulino Bianco. E il Pd, come partito che non c'è, me ne ricorda un altro...
Non saprei da dove cominciare... quindi non comincio...
Tristezza, amaro in bocca e poche parole.
Tiriamoci su le maniche e diamoci da fare ancora di più: ogniuno di noi, nel suo piccolo, può fare miracoli. Proprio come Nicoletta...
Le tue bellissime parole esaltano la drammaticità dell'accaduto, Sara.
Rifiuto con tutto me stesso l'idea di "assuefarmi" a questo ed altri brutti accadimenti dello stesso tenore, specialmente quando le vittime sono i bambini.
Sottoscrivo le parole di gidibao ed invito me stesso e tutti voi ad accettare il suo suggerimento.
Un caro saluto a tutti coloro che hanno commentato.
Gianfranco.
Queste cose fanno pensare... e molto. Grazie per averle pubblicate.
Come diceva quel tale:
"Ogni buona azione non rimmarà impunita"....
Stavo cercando qualcosa che potesse essere di aiuto al prossimo e andando in giro di notte, parlando con la gente di strada portando cibo vestiti e sguardi dritto negli occhi di chi mi stava davanti sentivo che stavo facendo la cosa giusta.Senza fanatismi o gesta eroiche ci si imbatte sempre in qualcuno o in 1.000.000 con la quale intraprendere un piccolo viaggio insieme..
Soo triste ed indignata... Mi paice quello che dici e come lo dici, sono in perfetta sintonia con te. Grazie Giulia
E' terribile come i bambini devono pagare la nostra indifferenza. Una società che non difende i bambini non è civile. Costanza
Vienici a trovare
Allora proponiamo un'alternativa.
Sono stanca di ragionare per ideali, non si può più. Ci si può credere, rimadare a, ma non sbordinarne le decisioni.
Ci sono dei problemi? Proponiamo soluzioni concrete. Non si può dire "le soluzioni ci sono, ovvero le persone in piazza". Le persone in piazza non sfamano, non risolvono, non propongono neanche, a meno di non adare da ognuno di loro a domandare come risolverebbero il problema.
C'è bisogno di agire, sono d'accordo con gloutchov. Se non in un modo fallace, voglio sapere quale.
Quando lo saprò, potrò giudicare.
Io non ho gli strumenti, non trovo una soluzione nemmeno io.
Dimmi tu, ditemi voi milione.
nella foga ho fatto degli errori: "rimandare a " e "subordinarne".
scusate.
Choppa la prossima volta informati sulle richieste di quella gente che è scesa in piazza e che secondo te non serve a niente o vive solo di pane e ideali (ce ne fossero ancora di persone che hanno degli ideali) perché hanno proposto cose concrete, richieste sociali prioritarie, una politica diversa, che guardi soprattutto a chi è in stato di bisogno (che siano precari o immigrati), altre strade per uno sviluppo economico più sostenibile.
Questo è un paese in cui abbiamo perso anche la libertà di parola (Genova insegna e a me ha insegnato molto anche la politica fatta per strada, le minacce e le denunce, i pedinamenti, la schedatura) e ribadire il proprio dissenso in piazza è uno strumento fondamentale, con le lotte di piazza abbiamo acquisito quasi tutti i diritti che ora stiamo perdendo.
Senza contare che la Nicoletta di cui parlo nel post, da sola, e senza bisogno che qualcuno gli dicesse cosa fare, sta facendo tantissimo. Non sono soluzioni definitive, ma è miele per gli affamati in questo periodo di transizione (verso il peggio, se nessuno ribadisce con forza il suo dissenso).
Vuoi che ti dica che fare? Intanto prova a scendere in piazza e aggiungi un altro elemento a chi ha programmato nei dettagli la possibilità di un mondo diverso. Se ci fosse meno ignoranza, menefreghismo, opportunismo, razzismo, ci sarebbero tutte le prerogative per stare meglio noi e accogliere chi ha bisogno.
La manifestazione, personalmente, mi ha ridato fiducia in un popolo che ormai schifivo, contro una maggioranza di gente senza contenuti, cultura, cuore nè cervello, stretti alle loro tasse e al loro giardino.
Non credo affatto che le manifestazioni siano inutili.
Credo invece che non si possano definire un'alternativa.
Nicoletta fa benissimo a fare quello che fa, e se il milione di persone in piazza facesse lo stesso, allora sì che si potrebbe parlare di soluzione. Altrimenti, no.
Non sono miminamamente d'accordo, le proposte erano fattibilissime e si è tante piccole voci, insieme, si è una grande voce e, spesso, la politica è costretta ad ascoltarla. Le donne l'aborto e il divorzio l'hanno conquistato in piazza, tanto per fare un esempio. Senza contare che dietro alla manifestazione c'è il lavoro quotidiano, lo sforzo di tantissimi iscritti di partito (e non [sindacati, centri sociali, culturali, di volontariato ecc.]) che, ogni giorno, combattono la loro guerra (perché di guerra si tratta in Italia) con determinazione e coraggio perché il nostro paese sia un posto migliore, per tutti, anche per quelli che pensano che i loro sforzi siano inutili e, davvero, non hanno proposte. E ti assicuro, non tutti faranno quello che fa la Nicoletta, ma il popolo di quella manifestazione è un popolo molto sensibile al bisogno e molti fanno tutto quello che possono, di certo più degli affettatori di mortadella di AN, di chi ogni giorno si scaglia con odio con chi è diverso convincendo l'opinione pubblica che la ricchezza culturale sia invece usurpazione di risorse.
Stai facendo l'errore di giudicare un mondo che, si evince dalle tue parole, non conosci. Quando ero attiva con loro, mi sentivo utile e spero di essere presto in condizione di ricominciare a farlo.
Ti ripeto che non giudico i manifestanti, che non sono contraria alle manifestazioni (ci mancherebbe).
Parli delle piazze per conquistare le leggi a favore dell'aborto e del divorzio. Ma in quel caso c'era qualcosa di preciso per cui lottare. Al punto in cui siamo (tragico, e qui mi trovi d'accordo), non si può semplicemente manifestare "contro". Ci vogliono idee, soluzioni concrete (ti ripeto).
Non si può dire "io scendo in piazza contro il razzismo, contro il menefreghismo" in generale, contro una politica che prende decisioni drastiche e ipocrite, perchè si sarebbe ipocriti per primi.
Ti ripeto, la soluzione che vedo io sarebbe che tutti facessero come Nicoletta. Finchè ci si limita a lavorare solo per mettere in piedi manifestazioni, non si risolve niente. Purtroppo sono a questo punto di disillusione.
Lottare contro la precarietà mi sembra preciso tanto quanto il divorzio.
Stai condannando l'unica parte veramente sana della politica.
Non si lavora solo per mettere in piedi manifestazioni, la manifestazione è solo uno degli strumenti di un lavoro collettivo, lo strumento per rendere pubblico un lavoro che si svolge quotidianamente nelle piccole sedi di partito, nelle scuole, nei centri sociali, per le strade.
Inoltre non si manifestava contro, ma per. Se il tuo giudizio deriva solo dall'idea che quella era una manifestazione contro il governo, puoi tranquillizzarti, è stato ribadito più e più volte che non lo era. Si è scesi in piazza anche per ricordare i patti pre-elettorali, perché non si può accettare tutto, a costo di perdere la propria identità.
Ti ripeto, in mezzo a quel milione, erano tantissimi che giorno per giorno danno tutto il loro tempo libero per costruire un mondo migliore, come Nicoletta, a cominciare da piccole e grandi richieste concrete.
Conoscendoti continuo a non capire, anch'io sono da anni disillusa, questa manifestazione, però, mi ha dato voglia di riprendere in mano un lavoro necessario (se non ci fossero queste persone la deriva a destra non sarebbe solo una deriva, sarebbe già governo).
Sbagli quando dici che non sono richieste concrete, mai cosa è stata più concreta di questa, è un lavoro materiale e fatto di piccoli traguardi quotidiani, di discussioni, volantinaggi, raccolta fondi per i motivi più validi e delicati, per finire alle proposte di legge per garantire maggiori diritti e conquiste sociali a tutti.
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