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04 febbraio 2008

Il Teatro Olimpico di Vicenza: Il miracolo del Palladio


Percorriamo quattrocentocinquanta chilometri solo per lui, un gioiello delicatissimo di legna, mattone, gesso e stucco incastonato in una città del Nord, bella quanto fredda. Un gioiello immaginato nella testa barbuta del Palladio tesa verso la magnificenza degli antichi, tutta concentrata sullo studio di Vitruvio, fra le lunghe vesti con cui il suo corpo di marmo si ripara, ancor oggi, mentre un piccione inconsapevole gli si appoggia sulla spalla. Palladio che non ha neppure potuto godere della bellezza che aveva creato perché rapito dalla morte. Ma Edipo Re aveva bisogno di una degna scenografia, che venne realizzata ad opera di Scamozzi, in una prospettiva cittadina che taglia il fiato, ancora intatta, sopravvissuta allo scempio della guerra, pazzia che non è stata altrettanto clemente col suo fratello maggiore (solo per dimensioni), il Farnese. Il proscenio, bianchissimo, al limitare di questa lignea Tebe immortale, a far scorgere o nascondere prospettive diverse a seconda della posizione dell'osservatore, centro del mondo. Tutto il portico ornato di nicchie e statue che rappresentano chissà quali eroi antichi. Un cielo ricamato da nuvolette grasse e gentili a proteggerci la testa.


Ci siamo seduti sulla delicata cavea immaginando chi, e come, nel cinquecento, l'aveva popolata, se anche il suo cuore si fosse fermato per tutto il tempo della propria permanenza in quell'angolo d'infinito, ci sembrava di disturbare la bellezza e la contemplazione ammirata degli altri visitatori persino con il modesto click della macchina fotografica. Il nostro silenzio concentrato si appoggiava sulla corona di statue come polvere. La scarsa luce che filtrava dalle uniche finestre in alto, aiutata da scenografiche lampade, ci drogava di sensazioni.
Neanche il panorama dal monte Berico contornato dalle dolomiti innevate - dopo una veloce visita stitica al museo del risorgimento e della resistenza, trionfo di feticissimi cadaveri di ferraglia, più che avara memoria ritrovata superstite solo in alcuni vecchi scatti delle due guerre - ha potuto più meravigliarci. Neanche il centro storico con splendidi palazzi rinascimentali, abbracciato dal fiume. I nostri occhi erano sazi, il rumore della pioggia sul parabrezza, dolce melodia soporifera, chiamava a gran voce solo voglia di casa, odore di zuppa e ricordi.

18 commenti:

Franca ha detto...

E così hai fatto tris!
Per me solo un bis...

guccia ha detto...

Il tris quando volete, ne vale davvero la pena

My funny Valentine ha detto...

Che splendore! Che magnificenza...
V

baluginando... ha detto...

Straordinario! Ancora più straordinario perchè ci devo andare tra qualche giorno, questo anticipo mi ha deliziata. Grazie.

Roberto ha detto...

bellissimo le tue foto ne rendono l'idea.
un caro saluto
Roberto

Maurizio Maestri ha detto...

oH che capolavour. Io però butterei giù tutto per costruire l'ampliamento Dal Molin. Spero che prima o poi questo mio sogno s'avveri...
Ciao!

Anonimo ha detto...

Splendido e splendida la tua descrizione.. Voglio andarci anch'io, Giulia

Anonimo ha detto...

che meraviglia. Devo andarci!!

Anonimo ha detto...

Veramente il tutto straordinario... Cosanza

Chit ha detto...

Lo sai che il soffitto è quasi identico a quello del Teatro Rossetti di Trieste? Mannaggia così di corsa su internet non l'ho trovata ma adesso vado a casa e cerco meglio.
Grazie come sempre per aver portato anche noi a conoscere quest'opera del Palladio.

D ha detto...

Beh, quelli sono stati dei bei periodi di evoluzione artistica che ha creato gioielli di studio della prospettiva prospettiva come questo teatro.

Bella giornata!

Ciao

Lieve ha detto...

Ma che bello ^_^ Sei una turista incallita :P
Se tutto va bene, in primavera andrò in quelle zone anche io :)

Anonimo ha detto...

Talvolta sono silenzioso, ma leggo, e gusto le tue parole. :*

guccia ha detto...

Lo so princeps, con o senza commento ;)
:*

Maurizio ormai lo so che a te piace scommettere facile ;)

Andateci, andateci, vi lascerà senza fiato :)

Andrea Patassa ha detto...

wow è bellissimo! Ma si, buttiamolo giù e apriamoci un bel centro commerciale, di quelli a cinque piani e negozi trasparenti con i manichini anoressici.

Richie ha detto...

Io ci son stato all'olimpico di Vicenza, diverse volte. Quella prospettiva è emozionante come poche cose al mondo!

maurob ha detto...

bellloooo ....

Unknown ha detto...

cosa ?
dopo aver letto un testo cosi io cosa so su questo teatro... NIENTE!!!!!!!!!!!!!!