Quattro becchini senza giacca davanti alla pieve. Anche la morte, oggi, sente caldo e si rimbocca la manica destra del nero mantello. Un sole bianco tagliente - come le quattro camicie, come decine di ossa - a penetrare la penombra odor d'incenso e gli scuri pensieri. Fecondare la vita col dolore. Come piccioni portare chicchi di grano e terra sui tetti, come vento un seme nelle fessure dei marciapiedi.
Poi ho letto due volte un libro meraviglioso. Deve avere qualche piega in più - a ricordare certe pagine per sguardi fugaci (fugaci amplessi) - di quelli che consideravo i più sgualciti (i più goduti, i più consumati).
27 giugno 2008
Senza titolo
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4 commenti:
Sara, non so perché ma codesto breve post mi affascina, forse le righe iniziali, il pensiero che lo apre mi prende la fantasia e mi porta a vedere.
Prendo nota del bel libro che consigli.
Buona domenica estiva.
Rino, nel caldo della città.
No la morte non ha caldo.
Dentro la bara il freddo è assoluto...
mi sembra un pò impegnativo come libro :)
questo libro lo metterò nella lista dei libri da leggere...
appena avrò un briciolo di tempo!
è sempre un piacere leggerti, anche se non passavo qui da tanto tempo (non ho tempo e non sto più leggendo i blog dei miei amici! sigh!)
un bacio e a presto, spero :-)
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