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04 marzo 2008

Un quarto di secolo a Varese Ligure.


Socchiudo la finestra e lascio entrare strusciando attraverso la piccola fessura - quasi fosse un segreto sussurrato ad un orecchio discreto - la musica di una fisarmonica dell'est, mani cariche d'anelli e sorriso d'oro. Lo sguardo rimbalza sui bianchi tendoni del mercato stracarichi di cianfrusaglie. Il cielo si annuvola, il vento trascina in spericolate piroette foglie annoiate. La mia gatta nera le segue con lo sguardo e si sloga le mascelle in sbadigli. Si stira lunga, scura e lucida come il fiume di notte. Dagli occhi emana il bagliore di un'idea improvvisa e con un balzo appoggia leggera i polpastrelli sul freddo pavimento, lasciando per un momento l'alone del suo calore corporeo a disperdersi sulle piastrelle.
Provo a immaginare il sapore di matrimoni di gusti improbabili, poi soccorro nella mia memoria labile frammenti di reale, o di sogno.
A Varese Ligure c'era un sole che scaldava pelle affamata di aria. Ci siamo arrivati dal Passo di Cento Croci, mentre la montagna proteggeva la valle dalle nuvole che le ammorbidivano la punta e osavano sfidare la roccia e violare il confine. Il panorama dal passo è irreale, brullo e immenso in contrasto col versante marino, verso Levanto, festa di ulivi tenaci. La strana sensazione che provoca l'idea di un varco fra due mondi appesantita da storie di briganti e di frati, dagli scheletri di alberghi di un turismo che muore sconfitto dalla piatta omogeneità dei mondi tropicali.
Circolare borgo perfetto progettato con precisione già nel 1300, crea cunicoli di portici, sorriso senza denti, archi di gengive come note di ampiezza musicale diversa, e viene difeso dalla porta e dal piccolo castello. Uomini come lucertole al sole fuori dai bar. Anziani negli orti, lungo il fiume o a passeggio aiutati dal bastone. Il farmacista a scambiare parole fuori dalla bottega.
Intrecciare la lingua, curiosa, provando a ripetere i nomi di piatti sconosciuti: u tuccu, i Corxetti, La Cima con la mostarda di cipolle.
Al caffè un pacchettino timido che appare sopra la tovaglia in cui scoprire due splendidi cerchioni spessi da appendere alle orecchie per non cedere mai alla sedentarietà, a ricordarmi di essere nata donna ormai venticinque anni fa, sia ieri che oggi fra le braccia di chi mi assomiglia di più al mondo, egocentrico puro amore.
E poi il mare.

28 commenti:

Anonimo ha detto...

E poi il mare....bellissimo.

Carlotta ha detto...

come si fa ha riprodurre il suono di un sospiro? E' l'unica cosa che mi viena da dire per non rovinare quello che scrivi e sopratutto le immagini che regali...

Anonimo ha detto...

uh..in quella zona il dialetto è davvero qualcosa di spurio e...ibrido. :)
Non pensavo che i corxetti si mangiassero pure l' (in realtà ce ne sono due tipi diversi). Qui si mangiano col pesto.
Buon compleanno, giusto?

guccia ha detto...

Sì moltitudini. Qualche giorno fa.
E oggi lo sussurro appena.
Sì, domenica col pesto di pinoli. Gnam.

Grazie carlotta e irlanda, è solo una giornata vissuta bene.

Finazio ha detto...

Mi è sembrato di leggere Elsa Morante...

Chit ha detto...

Difficile commentare la perfezione di un racconto, si può solo ringraziare di aver avuto la fortuna di leggerlo e fare un pezzettino di strada con i tuoi occhi.

Un abbraccio e buona serata

guccia ha detto...

Non solo virtualmente arrossita.
Siete stati carini con una marea di i finali.
Fatti da voi certi complimenti valgono al cubo. Finazio, povera Elsa, però. La perfezione chit, sta solo nel fatto che posso condividere con voi i meravigliosi posti che ho la fortuna di visitare e che gonfierebbero di bello persino gli occhi di un cieco.

Associazione ImperiaParla! ha detto...

U tuccu: fondamentale!

guccia ha detto...

Tò, è passato il mio ligure preferito ;)

Roberto ha detto...

Che bello il tuo racconto Guccia e come se fossi stato anche io da quelle parti,ma il pesto con i pinoli non me ricordo,di la verità l'hai mangiato tutto Tu.
Buona serata
Roberto

Pa ha detto...

Tanti augurissimi :-D

Grazie per i tuoi racconti

Gianfranco ha detto...

Caspita, auguri! Credo che ormai cercare le parole giuste per complimentarmi con te per il (aggettivo a caso) modo di scrivere e comunicare certe emozioni sia tempo perso. Per questo, semplicemente, auguri. Tra poco toccherà a me il quarto di secolo, molto probabilmente, come negli ultimi ventiquattro genetliaci, sulle rive dello Stretto...

guccia ha detto...

Roberto ho addirittura fatto la scarpetta, alla faccia del galateo e alla salute del gusto ;)

Bentornato da queste parti romanaccio! Avrei un sacco di DAMS da raccontarti :)

gianfranco immagino già la torta che ti preparerà la Vale :)
E poi posto più bello dello stretto, forse, non esiste!

marina ha detto...

Ma è bellissimo! Perfetto, equilibrato, pieno di anima e senza sbavature!
ti metto tra le mie narratrici preferite!
ma ti ho linkato o no? che casino co 'sti link.
ciao marina

Gianfranco ha detto...

Hehe pure io! Anche se neanche la mamma scherza a torte di compleanno :) Credo tu possa levare il forse...

My funny Valentine ha detto...

C'è l'insuperabile sciabordio del De André di Creuza de ma, in questo racconto... 'A cimma... Da a me riva... Mi rendi più bella la mia terra, attraverso i tuoi occhi poetanti.
V

Anonimo ha detto...

Bellissimo quello che scrivi, Costanza

guccia ha detto...

marina non preoccuparti del link, non ne ho idea, ma va benissimo lo stesso. Ti ringrazio infinitamente dei complimenti, il tuo è uno dei blog che leggo con più piacere (e interesse).

Gianfranco consideralo tolto e viva la mamma :)

Vale è la tua terra che rende belli i miei occhi. Possedere anche solo un briciolo della poesia di Fabrizio è pura utopia.

Grazie costanza :)
Da troppo tempo latito. Troppa vita in questo periodo.

Anonimo ha detto...

Perfetto

Anonimo ha detto...

sono una first time visitor!
lascio i complimenti alle prossime visite ma non ... gli auguri!

Franca ha detto...

Tutto perfetto, tranne... il pesto!

Anonimo ha detto...

Franca!!
cioè? che vuol dire tranne il pesto?? :O

guccia ha detto...

Ehehe per un genovese è dura accettare che esistono al mondo persone a cui non piace il pesto :D
Ti dirò di più, da italiana. Non gli piace neanche la pastasciutta tutta
:O :O :O

Non è mia madre da questo punto di vista, lo giuro!
;)

guccia ha detto...

Mi avrà adottata? :O

Francesca ha detto...

ciao e piacere di conoscere il tuo blog :-)

Francesca

Isabel Green ha detto...

sei sempre la migliore!

Anonimo ha detto...

Guarda..guggica: io non sono davvero per nulla localista. Mia patria è il mondo intero.
Di ciò che ha a che fare con la genovesità tanto non mi piace..ma cazzo..IL PESTO...

Mirella ha detto...

Che poetica questa tua descrizione del borgo di Varese Ligure!
Questa piccola Italia è quella che preferisco!
Non conoscevo personalmente il borgo ma ho seguito il link a questa tua pagina dal sito Trivago. Complimenti per il blog