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02 novembre 2007

Una luce oltre il buio salato del mare.


Arriviamo mentre un tramonto salato si sta spegnendo a poco a poco a contatto con l'acqua, scoraggiati da un'autostrada che ci ha rubato ore di vita. L'ansia da spazio stretto, il dispiacere per ore di libertà spese all'ergastolo dell'asfalto si scioglie fra mille riflessi spinti al cielo e ai nostri occhi da piccole onde tranquille, come tranquillo d'improvviso torna ad essere il nostro sentire.
Scalette, fiori, ulivi, cupole di fogliame da cui sprizza una polifonia di limoni e di arance e il velo evanescente di una spuma, di una cipria di mare che nessun piede d`uomo ha toccato o sembra...*, muriccioli in sasso, strade a picco sul mare e sui paesi. Si scorge dall'alto il castello di Lerici, che domina la baia di fiascherino, se le calde temperature estive ci avessero rinfrancato la pelle avremmo potuto immaginare persone stimolarsi l'appetito osservando la luce del cielo che si spegne e le luci degli uomini che si accendono, passeggiando davanti ai ristorantini protetti dalla possenza dei bastioni, lungo un molo che non accoglie più la pesca, comprato dal turismo. Ma muove i primi passi l'inverno e le strade sono per gli abitanti e per il rumore del mare.
Tellaro è un'accozzaglia di case, un trionfo di balconcini che sgomitano per dominare quel mare che va a poco a poco perdendo colore. Un intricato percorso di borghi, un improvviso panorama, una chiesa di canti che si difende dal mare e una abbandonata alla sua posizione scomoda. Tellaro sono agavi morte dai fiori vivi oltre le grasse foglie centenarie avare di frutti.
Vedo Gabriele sparire dietro l'ennesimo muro e all'improvviso aprirsi l'infinito. L'infinito negli occhi di un anziano signore dalle mani scure di pesce e di olive che osserva l'unica luce fra un buio che divora e non sostiene lo sguardo. Un'unica ancora di luce sulla quale, forse, è appoggiato suo figlio fra reti e pescato. La luce si spegne e si riaccende e l'uomo si allontana, il capo reclinato, gli scappa un sospiro.
Altri uomini mettono in mare le barche, è finita la stagione turistica.

Montemarcello si difende da una vita di pesca e si arrampica all'interno di un'area protetta dove la natura rompe gli spazi geometrici creati dall'uomo in una confusione intricata e abbondante. Oltre le case c'è solo la chiesa, nessun ristoro condiviso, in questi paesi dall'agricoltura faticosa conquistata alla terra ripida si sente la necessità di condividere solo le pene, di scambiare con la madonna e il santo un voto per una guarigione.
Una donna chiama i suoi gatti che la seguono frettolosi in casa. E' l'unica figura umana che si può scorgere oltre i raggi ormai spenti di questa giornata di festa che va scemando.

Sfioriamo Ameglia rincorrendo gusti già conosciuti. Anche le tombe si aggrappano saldamente alla terra per non scivolare in mare. Passiamo dentro il vento che s'infila fra le case, viene respinto dal duomo, fa muovere i teloni di una vecchia giostra di legno spenta oltre l'ordinato centro storico di Sarzana. Ci accoglie un ristorante che è solo il prosequio di una casa di vecchi sarzanesi. La figlia serve in tavola, possiamo osservare gli anziani genitori muoversi nel corridoio che conduce alle camere, in vestaglia lei, col suo bastone lui. Salutano cordialmente se si accorgono che li stiamo osservando.
Rientriamo nel traffico che avevamo ormai dimenticato, ma anche l'autostrada, di notte, ha il suo fascino e tornare, ormai stanchi, ci sembra solo il giusto riposo per prepararci ad un'altra piccola partenza.


Le foto di Tellaro le trovate qui
* Montale, Verso Tellaro

14 commenti:

Isabel Green ha detto...

bella la nuova skin!mi hai fatto piangere...liguria...genova...italia...casa...

Anonimo ha detto...

Mi hai messo voglia di riscoprire creuze e vicoli, di sporcarmi le mani su quegli scogli che un po' mi circolano nel sangue. Fatti di sangue chiamano sete non appagata.

(ma anche l'autostrada è stata Viaggio)

guccia ha detto...

princeps il tuo commento è la più bella poesia...

Gianfranco ha detto...

Giorni di mare per entrambi, così vicini negli elementi eppure così lontani nelle essenze. E la tua inarrivabile capacità di rendere colmi di sapore certi momenti, da procurare l'acquolina in bocca...
Splendide pure le immagini...

guccia ha detto...

Gianfranco il vero cuoco di parole sei tu e prepari dei manicaretti deliziosi, nonostante la dieta. Grazie, sono commenti che scaldano il cuore.

Franca ha detto...

Sembra di esserci...

Mimmo ha detto...

...che splendido post!!!
respiro l'aria di salsedine a momenti!!! :)

...ma quanto è bella l'Italia???? ;)

Associazione ImperiaParla! ha detto...

Posti meravigliosi!

Anonimo ha detto...

Fai venir voglia di partire, ora! :)

Anonimo ha detto...

A rate, questa volta. A giro di vento salso. Mi sovviene che potrebbero piacerti - se già non li conosci - i libri di Francesco Biamonti: odor di Liguria che è già quasi Provenza, e passo di passeur.

Anonimo ha detto...

Meraviglioso.Grazie

Anonimo ha detto...

Sei di Agugliano! Ho avuto un grande amore lì, anche se poverina, ci stava come badante chiusa in casa, senza permesso di soggiorno... Per uscire era il delirio.

Io viveo a Santa Maria Nuova...
Un saluto, ho letto un tuo bel commento al post su Pasolini che hai inserito nel blog Francamente (http://franca-bassani.blogspot.com/2007/11/un-amore-di-giovent.html).

ciao e saluti libertari
el

Marco Dale ha detto...

Grazie per il viaggio!!
Per un attimo mi è sembrato di esserci!

maurob ha detto...

Magnifica foto non ce che dire.